Alla casera del Monte Olano in Valgerola
Il Monte Olano è il pascolo più panoramico di tutta la Valgerola con una vista stupenda sulla Bassa e Media Valtellina.
Il Monte Olano si raggiunge con una semplice escursione dalle Tagliate, nei pressi del Rifugio della Corte.
In questo articolo ti dico tutto quello che devi sapere per questa escursione in Valgerola.
Indice
La Valgerola
Prima di parlare nel dettaglio dell’escursione, voglio dire due parole sulla Valgerola.
E’ una valle afferente alla Valtellina e, insieme alla valle di Albaredo, costituisce la valle del Bitto
È attraversata dal torrente Bitto, che dà il nome al famoso formaggio che condisce i Pizzoccheri valtellinesi, che non puoi non assaggiare se sei in vacanza in Valtellina (scopri di più su questo formaggio tipico qui).
A proposito… Se sei in vacanza in Valtellina ti consiglio anche di fare alcune delle mie escursioni preferite, che trovi qui.
Tra le cime principali della valle vanno citate il pizzo dei Tre Signori, il pizzo di Trona, il Monte Valletto e il Monte Ponteranica.
Il nome Valgerola prende origine dalla parola “Gerola”, derivante dal dialetto valtellinese “gera”, che significa “ghiaia”.

Come arrivare al Monte Olano in Valgerola
Da Morbegno segui la S.S.38 dello Stelvio, non perdendo d’occhio le indicazioni per la Val Gerola, che dovrai seguire.
Dopo il comune di Rasura segui le indicazioni per Bar Bianco e Alpe Culino. Prendi quindi un tornante sulla destra che ti farà immettere in Via Costa in ripida salita.
Ad un bivio, svolta a destra seguendo le indicazioni per Corte-Tagliate-Alpe Olano e il Rifugio della Corte.
Supera quindi le case di Corte e posteggia un centinaio di metri dopo il Rifugio della Corte, dove termina la strada asfaltata.
Se vuoi procedere oltre, dal 1/05 dovrai acquistare un pass al rifugio o presso il bar a Rasura, il costo è di 5 Euro. Il pass sarà invece gratuito per chi raggiunge rifugi, agriturismi e bed & breakfast con l’intenzione di soggiornare o fermarsi a pranzare.
Sentiero per le casere del Monte Olano: escursioni in Valgerola
Prima di intraprendere questa escursione devi tenere presente che si tratta di un sentiero abbastanza ripido, dato che i 542 metri di dislivello si dipanano in circa 3 km.
Lasciata l’auto presso il Rifugio della Corte, imbocca il sentiero indicato dal segnavia 114.
Camminerai in salita in un bosco di abeti e poi nei prati della frazione di Tagliate di Mezzo fino ad arrivare a Tagliate di Sopra.
Il sentiero entra ancora nel bosco e raggiunge la radura del Barech, che prende il nome dai muretti a secco che fungevano da recinzione per i luoghi di pascolo delle mucche, detti appunto barech.

Da lì continua a camminare salire fino a raggiungere, finalmente, alcune baite ridotte ormai a ruderi, per poi girare a sinistra. Da lì arriverai in breve in cima alla Motta o Monte Olano.
Qui vedrai una croce in legno e una fontana. Il panorama verso nord è splendido: a destra della Costiera dei Cech si vede la parte orientale del Gruppo del Masino, con la cima di Castello, la punta Rasica, pizzo Torrone occidentale, pizzo Torrone centrale e pizzo Torrone orientale.



Vedrai poi il monte Sissone, le cime di Chiareggio ed il monte Disgrazia, la montagna più maestosa che si nota nel panorama. Più ad est si distingue il gruppo Scalino-Painale.
Dopo aver ammirato per bene il panorama potrai decidere se fermarti qui, ma ti consiglio di salire ancora.
Dopo aver superato alcuni cartelli segnavia, continua in falsopiano verso sinistra fino a raggiungere le baite della Casera di Olano, che si trovano a 1792 metri.
I Calécc
Durante la salita vedrai delle costruzioni prive di tetto, ma che non sono lasciate rovina: si tratta dei “calécc”, che servono per la caseificazione del Bitto e di altri formaggi.
I pastori usando queste strutture durante i mesi estivi per produrre il formaggio in loco. Se ne vedi alcuni coperti da un telo vuol dire che sono in uso.

All’interno è possibile trovare panche o altro tipo di seduta, e, in genere, un focolare attrezzato con la “scigugna”, il supporto girevole per il “culdar”, il calderone, dove si lavorano latte e caglio per produrre formaggio.
I calécc si utilizzano finché gli animali pascolano in quella particolare zona, poi, con il passare delle settimane pastori e animali si spostano più in alto, trasportando tutta l’attrezzatura e il telo verso un altro calécc.
Il calécc è quindi un’importante testimonianza storica di un’antica tradizione che sopravvive e che deve essere preservata e tramandata.
Una volta pronto a ripartire, il ritorno avviene ripercorrendo lo stesso sentiero dell’andata.
Dati tecnici
Durata: 2:30 ore
Lunghezza: 6 km
Dislivello: 542 metri
Difficoltà: E