Cosa non mi piace dell’essere travel blogger
Buongiorno Viaggiatori, oggi faccio coming out, mi confesso e vi racconto cosa non mi piace dell’essere travel blogger.
Adoro viaggiare, ci sono tantissime cose che amo. Ovviamente adoro anche avere un blog di viaggi, altrimenti non lo farei da così tanti anni. Eppure, dopo tutto questo tempo sono pronta a confessarmi e a condividere con voi cosa non mi piace dell’essere travel blogger.
Cosa non mi piace dell’essere travel blogger
Indice
Le foto in posa
Oh ragazzi che ci posso fare io non riesco. Ci ho provato (e se volete vedere i goffi tentativi vi lascio pure il link alla pagina instagram per farvi quattro risate). Ho davvero tentato di portare in viaggio vestiti super fighi. Ho provato a chiedere allo sventurato compagno di viaggio di turno di mettersi lì a farmi 300 foto in posa… Ma che vi devo dire… Non ce la faccio! Per me viaggiare vuol dire partire leggeri con il minimo necessario. Vuole dire fare una foto con il brodo della polpetta che cola dalla bocca perchè me la sto godendo alla grande. Poi chiaro che se uno con il blog ci guadagna è ovvio che si deve avere cura maggiore di tutto. Però io nun ce la fo! Mi hanno fatto col gene della wanderlust, non del fashion victim. Amen! Anche perchè mamma mi ha fatto botola e bassa e sinceramente… Che la faccio a fare la fashion victim! Conosco i miei limiti!
I luoghi affollati
Questo credo sia un problema di tutti i viaggiatori. Quando si va in un posto pieno di gente a me vengono le bolle, orticaria istantanea. Cioè, se dovessi mai andare alla Muraglia Cinese e trovarmi nella situazione della foto di copertina potrei morire. Quindi sì, ecco un’altra cosa non mi piace dell’essere travel blogger, dover per forza scendere in mezzo alla folla. Ma si deve fare, i posti più famosi del mondo purtroppo chiamano folla.
Essere social per forza
Nella classifica personale del cosa non mi piace dell’essere travel blogger entra a pieno merito l’essere social per forza. E’ obbligatorio, si deve, è necessario. Lo so. Eppure voglio vivere prima di condividere. Vorrei davvero provare a fare un viaggio in cui non posto niente mentre sono lì. Tutto a posteriori. Niente dirette instagram, niente post programmati. Niente di niente. Ah che figata! Ma non si può. Quando si decide di aprire un blog, si scende a patti per forza con questo. Alla fine si cerca di trovare il giusto equilibrio, ma purtroppo essere social è un must. La rete è tutto. Ovviamente ci sono tanti lati positivi. C’è la community, gli amici virtuali che poi diventano reali. I lettori che, senza quei post, non avrei mai conosciuto e con cui con avrei creato un rapporto. Però è faticoso costruire i piani editoriali, o per lo meno provare a costruirli perchè puntualmente li disattendo. Che vi devo dire amatemi per come sono 🙂
I maledetti algoritmi che cambiano
Vi odio algoritmi #sapevatelo. Avere un blog significa studiare sempre. Imparare ogni giorno. Sapere cos’è la SEO (o almeno provarci) non basta, si impara a fare una cosa in un certo modo e poi… BUM! Instragram, Google, Facebook si svegliano una mattina, cambiano l’algoritmo e tu bho, devi ricominciare da capo. Non si può non scendere a patti con gli algoritmi. Non si può non smettere di studiare. Però che peso!
I commenti spam
Spammatori di tutto il mondo. BASTA! Tanto ogni blog ha un filtro spam, cosa cavolo perdete tempo a scrivere robe in inglese di dubbio gusto che non vedranno mai la luce. Tanto lo so che tutti avetre ricevuto la famosa mail “enlarge your penis” e sapete di cosa sto parlando.
L’ossessione visite e i gruppi sommersi
Ora lo dico. Sgangio la bomba. Nessuno ti considera per quello che sei, per quello che scrivi, per il valore aggiunto che dai. No, tutti guardano il mediakit, quante visite fai, quanti visitatori unici, quanti follower. Poi fa niente se scrivi boiate scopiazzate. E dei follower ne vogliamo parlare? A nessuno interessa se quei follow sono frutto di pratiche poco oneste, di acquisti o di gruppi di scambio in cui c’è la legge del terrore, in cui devi passare la giornata a scambiare commenti e post. Nessuno lo guarda, basta che ci sia il numero.
Anche qui… Non c’è nulla di male a fare una sponsorizzazione ogni tanto, anche perchè quella è in chiaro e si capisce bene se un post è sponsorizzato. Quindi nulla da dire. Ci sono alcune community molto serie, in cui si fanno scambi utili che danno valore aggiunto reale, aiutano a crescere come blogger.
Ma ci sono soprattutto tantissimi gruppi nasconti sui social che non servono a niente. In questi gruppi sei un numero e non vali niente. Sì ok, ogni mese guadagni follower, ma poi li perdi con altrettanta velocità. E i comemnti che si lasciano in questi gruppi sono davvero ridicoli, non si prendono nemmeno la briga di leggere le didascalie. Allora sapete che c’è? Confesso: anni fa non sapevo cosa fossero e come funzionassero e li ho provati. Credo che ogni blogger lo abbia fatto. Fa parte del gioco. Però poi si impara. Li ho abbandonati tutti praticamente subito e li rifuggo. Non sarò mai famosa. Amen! Se vi seguo e commento è perchè mi piacete davvero, vi prego fate lo stesso con me.
Ok per il momento mi fermo qui. Mi sono confessata a sufficienza. Parlando di cosa non mi piace dell’essere travel blogger spero di non aver offeso nessuno, non mi rifesco davvero a nessuno in particolare. Ognuno trova la sua dimensione e la sua nicchia ma era da tempo che volevo fare questo post-confessione. Spero di piacervi allo stesso modo adesso 🙂
Cadi proprio a faggiuolo: proprio nei giorni scorsi mi sono disicritta da un gruppo di cui parli! Non ne potevo più e non mi stava portando da nessuna parte: meglio un commento in meno che avere delle cavolate scritte senza che le persone in questione abbiano letto veramente il post. E poi tante altre cose che mi hanno fatto girarele scatole: il mio tempo lo voglio impiegare in un’altra maniera!
Una volta, parlando con una travel blogger sulle sue foto (mi ero meravigliata che fosse sempre bellissima, lucicosa e di come riuscisse a viaggiare con i tacchi quando io sembro una barbona), ho scoperto che la tipa in questione si portava sempre dietro una valigia piena di bei vestiti e trucchi e ogni volta che doveva fare le foto si cambiava in loco. Ovviamente aveva sempre il fidanzato e la mamma a disposizione sul posto. Io mi domando: ma come fai a goderti il viaggio in questo modo? Alla fine cose vedi? Cosa impari?
Guarda mi fa piacere leggere le tue parole. Sinceramente non lo so. Ovviamente lo capisco da parte di chi è riuscito a farlo diventare un lavoro. Sicomme, appunto, il lavoro è quello, uno lo gestisce come tale. Ma se invece, come me, viaggiare è una cosa purtroppo per il tempo libero, non è possibile. Lo dico comunque con un pizzico di invidia per chi l’ha fatto diventare un lavoro. Anche a me piacerebbe ma dal mmentoc he non è così limito le foto ad un bel cappello da spiaggia e via (e se vai sulla mia gallery capisci di che parlo aahahahahahahahaha)
Se possibile mi piaci ancora di più Bea! Sfondi una porta aperta con me… Mai fatta una story perché mi vergogno e, detto tra noi, mi annoiano, pubblico sempre dopo essere tornata da un viaggio e non ho mai fatto il like for like/follow unfollow… Certo, non guadagneró mai nulla, ma almeno sono sincera, pane al pane, vino al vino?
ma perchè ti vergogni???? ai lettori piace tanto vederci. e poi sei super carina! che ti vergogni??? cmq l’ho detto io che siamo anime gemelle in viaggio 🙂 quando ci incontriamo di persona???
Spero presto Bea, mi farebbe proprio tanto piacere ❤️ Mi vergogno perché ho una voce tipo Lisa Simpson… Ahahahah!! No no, ve la risparmio ?
ma figurati! tutti noi quando ci ascoltiamo rabbrividiamo. Provaci!
No cara Bea, mi piaci ancora di più. La schiettezza e la sincerità le ho sempre apprezzate; l’essere trasparenti è per me una dote essenziale. Sulla questione fashion ti capisco molto; sono imbranato nelle pose e quando viaggio ho una mise affatto elegante e ricercata
ma va! tu e Luna insieme siete molto meglio di qualsiasi cosa. anche noi ce lafaremo prima o poi ad incontrarci di persona 🙂
Condivido tutto quello che hai detto, a partire dalle foto in posa! Sarà che avendo una “certa età” ho iniziato a viaggiare prima che esistessero i selfie, e ogni scatto del rullino era troppo prezioso per essere sprecato per una foto che avesse me come protagonista 😉
Aggiungo una cosa che proprio non sopporto: i commentatori “cattivi”, quelli che non aspettano altro che tu commetta un errore o che scriva un’imprecisione – e a chi non capita? – e loro subito a fartelo notare facendoti sentire una nullità…
Ah sì verissimo. Ma pace e amen. Ho aperto il blog per condividere i miei viaggi, le mie se sensazioni, le mie impressioni. È inevitabile commettere qualche errore, siamo umani! Chi ci segue da anni ce lo perdona ?
Cara Bea quanto mi trovi d’accordo! (Togliendo che mi piacciono le foto in posa e si vede dal mio profilo ahah)…odio i posti affollati, odio il dover condividere tutto mentre sono in viaggio e godermi poco quello che sto vivendo…però quando si hanno i risultati è gratificante! ? Buon lavoro!
Bhe ma le tue sono comunque foto in cui so vede che ti diverti anche se si capisce che c’è uno studio. E alla fine tu ci lavori col blog, ci sta! E come ogni lavoro bisogna curare ogni aspetto. È soprattutto l’ultima parte del mondo sommerso dei social che mi da fastidio!
Sfondi una porta aperta. C’è poco di vero nei social. Ti seguo perchè tu mi segua (salvo poi cliccare su “unfollow”), metto like senza neppure aver visto la foto o aver letto il post (sperando che tu contraccambi il mio like), commenti stereotipati e sempre uguali (“Amazing!” “Nice!”), gruppi di sostegno (commentami così ti commento e così sembriamo tutti più fighi).
Sarà per la mia età, sarà la mia avversione per i social (credo di essere l’unico o tra i pochi ad avere una sottospecie di blog senza avere un profilo facebook..), fatto è che gli articoli sul blog, per quel che mi riguarda, li scrivo più per me che per gli altri. Un tempo c’erano i diari cartacei sui quali scrivere appunti, oggi c’è il blog. Se poi qualcuno lo legge o addirittura gli è utile la cosa non può che farmi immensamente piacere. Sulle foto e sulle pose, beh!, su questo, modestamente, sono un maestro. Sul mio blog e sul mio profilo Instagram associato al blog non troverai neppure una foto che mi ritrae. In questo modo ho risolto alla radice ogni problema. In ogni caso, non mi sembri affatto una “barilotta”, anzi! Vai avanti così e non ti fermare, perchè sei brava e sai anche scrivere molto bene in italiano (cosa non comune tra i blogger…).
Grazie Simone! Le tue parole quasi mi commuovono. vedi che poi se uno fa coming out scopre che c’è un mondo di gente che la pensa allo stesso modo. Dovremmo farci una contro community 🙂
Contro community? Perché no? 🙂