Marocche di Dro: escursione nel Garda Trentino

Il Biotopo delle Marocche di Dro è un ambiente molto particolare, che nasce a seguito della più grande frana della Alpi.

Le Marocche sono infatti massi di caduta che hanno formato un ambiente molto particolare.

Oggi ti racconto come arrivare in questa valle lunare e tutto quello che devi sapere per vedere le orme dei dinosauri.

Avvertenze

Prima di intraprendere questa escursione bisogna tenere presente che:

  • essendo la Riserva ad un’altitudine piuttosto bassa, in estate è davvero molto caldo. Consiglio quindi di fare questa escursione in inverno, primavera o in autunno. Le rocce creano molto riverbero, potenziando il calore e riflettendo la luce solare;
  • il fondo è estremamente roccioso e in alcuni tratti non c’è un vero e proprio sentiero, si passa tra i sassi. Questa può non essere una condizione ideale per tutti perchè a tratti il fondo è instabile e faticoso.

Tenute presenti queste due informazioni, si tratta in generale di un’escursione facile e con un dislivello molto piccolo. I dati tecnici sono in fondo all’articolo.

Se invece preferisci evitare il trekking del tutto, vai al paragrafo più in basso “parcheggio per le orme dei dinosauri”.

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Le Marocche

Come arrivare alle Marocche di Dro e alle orme dei dinosauri

Ci sono due modi per arrivare alle orme dei dinosauri delle Marocche di Dro:

  • con un trekking ad anello di 5 km attraverso la Riserva delle Marocche di Dro
  • direttamente in macchina

Il parcheggio per le orme dei dinosauri alle Marocche di Dro

Se non vuoi fare tutto il trekking attraverso il biotopo delle Marocche di Dro, puoi parcheggiare presso il posteggio che si trova più vicino alla parete rocciosa con le orme, che si trova al km 8/VI della strada provinciale 214 (coordinate del posteggio 45.98404693948853, 10.94134777094871).

Da lì prosegui lungo il bordo della provinciale in direzione Cavedine per circa 200 metri a piedi, fino a quando vedrai una piazzola con un cartello che indica le orme.

Addentrati lì e segui le frecce e sali attraverso i massi fino ad arrivare alla parete con le orme.

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cartello che indica le orme 200 metri dopo il posteggio

Chi se la sentisse, una volta ammirata la parete con le orme, potrà salire ancora un po’, fino a raggiungere il cartello di legno che indica la Riserva che si trova sopra la parete con le orme.

Da lì si gode di una bella vista su tutta la valle e sul lago di Cavedine.

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vista sul lago di Cavedine

Il sentiero per il trekking alle Marocche di Dro

Se invece vuoi fare tutto il trekking, puoi arrivare al punto di partenza del trekking che si trova in fondo al posteggio sito poco prima del campo sportivo Tamburello, tra Dro e Drena, lungo la strada provinciale 214 .

Le coordinate esatte di questo posteggio sono: 45.97170006445626, 10.933726650957114.

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posteggio corretto

Usa questa coordinate perchè esiste un secondo posteggio posto poco più in alto, proprio accanto al campo sportivo.

Se posteggi lì, dovrai però scendere di un centinaio di metri a piedi percorrendo verso valle la strada provinciale fino ad arrivare al posteggio più basso.

Il sentiero per il trekking attraverso le Marocche parte, come detto, dal posteggio più basso. Fai attenzione perchè anche presso il posteggio più alto accanto al campo, dall’altra parte della provinciale, si vede un sentiero.

Questo sentiero non permette però di innestarsi nel percorso di trekking attraverso la Riserva, ma solo di vedere dall’alto il paesaggio, dovrai pertanto tornare giù a piedi.

Il sentiero delle Marocche è indicato da un mezzo fiore giallo. Dal posteggio più basso segui quindi i segnavia.

Solo più avanti durante il trekking vedrai comparire l’immagine del dinosauro, che sarà il segnale da seguire per arrivare alle impronte.

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Man mano che si cammina tra le rocce si scoprono, grazie ai pannelli informativi, particolarità sull’ambiente in cui si è immersi, che ti racconto nei paragrafi qui sotto.

Continua a salire fino ad arrivare alle impronte: c’è un unico sentiero ben indicato e non puoi sbagliare.

Se te la senti, dopo aver raggiunto la parete con le orme, potresti salire ancora un po’, per raggiungere il cartello che indica la Riserva che si trova pochi metri sopra la parete con le orme, da lì godrai di una bella vista sulla valle e sul lago di Cavedine, guarda la foto del paragrafo sopra.

Il sentiero del ritorno

Una volta raggiunta la parete con le orme, per tornare indietro hai due possibilità:

  • seguire le indicazioni del sentiero completo
  • scendere lungo la strada provinciale asfaltata

L’anello di 5 km prevede di percorrere un sentiero ad anello.

Se vuoi seguire questa via, dopo aver visto le orme dovrai tornare indietro di poco, fino a tornare al segnavia che hai incontrato arrivando, che indicava la direzione del sentiero completo oppure le orme nell’altra direzione.

Da lì segui le indicazioni per il sentiero completo (o lungo a seconda dei segnavia), che ti porteranno a rientrare al parcheggio ripercorrendo la Riserva delle Marocche costeggiando il corso del fiume Sarca.

Se invece sei già soddisfatto, o troppo stanco, puoi anche scendere seguendo la strada provinciale.

Questa alternativa è sicuramente meno interessante, ma accorcia di molto la via del ritorno e ti permetterà comunque di ammirare la valle con la frana nella sua interezza.

Devi solo fare attenzione al traffico sulla provinciale, che in estate può essere intenso e non ideale per percorrere a piedi la statale.

La frana che ha formato le Marocche di Dro

Le Marocche si sono formate a seguito di grandi frane, precipitate dal Monte Brento e dal Monte Casale.

Gli scienziati stimano che la frana avvenne circa 20.000 anni fa, quando, a seguito della fine dell’ultima glaciazione, il ghiaccio ritirandosi causò instabilità nella roccia che crollò a valle.

Una leggenda narra che sotto le rocce delle Marocche di Dro vi sia l’antica città di Kas. La leggenda è alimentata dal ritrovamento di un tegolone di epoca romana rinvenuto nel 1907 durante i lavori di scavo di un canale sotterraneo della centrale di Fies.

La città di Kas era nota perchè i suoi abitanti vivevano nella lussuria, almeno fino a quando, una “punizione divina” pose fine ai loro eccessi, agendo attraverso la frana che seppellì la città sotto le Marocche.

Marocche deriva da una parola dialettale trentina che significa “sassi, rocce”.

Particolarità della Riserva

L’ambiente creatosi dopo la frana è caratterizzato da un clima molto arido ed estremo. Ci sono però molte particolarità anche a livello geologico.

Bonsai naturali, carsismo e selce

Le condizioni di particolare aridità rendono difficile la crescita degli alberi.

Non è raro infatti vedere alberi che crescono in formato ridotto, come veri e propri bonsai naturali. Non mi era capitato di vedere nulla di simile prima.

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Da un punto di vista geologico, oltre alla presenza delle orme di dinosauro, possiamo notare quasi ovunque rocce che superficialmente sembrano riprendere i disegni delle onde del mare.

Si tratta di un fenomeno di carsismo superficiale. Si vede, di fatto, l’effetto dell’erosione sulla roccia calcarea.

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Altra cosa molto particolare che si vede lungo il trekking nelle Marocche di Dro sono gli inserti di selce nei massi.

Qua è là non è raro vedere strisce o globi marroncini “intrappolati” nella roccia grigia calcarea.

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Si tratta, appunto, di inserti di selce che sono rimasti inglobati nella roccia calcarea mentre si formava.

Con il passare dei millenni, e a seguito dell’effetto dell’erosione atmosferica, la roccia calcarea si è disgregata lasciando emergere alla luce la selce.

I dinosauri delle Marocche di Dro

Circa 210 milioni di anni fa, nel Giurassico Inferiore, queste zone erano una mare tropicale. Con il passare del tempo, le antiche spiagge su cui avevano passeggiato i dinosauri divennero rocce calcaree, trasformandosi sotto il peso dei sedimenti.

Le rocce che nascondevano le impronte rimasero lì, pietrificate tra gli strati di roccia, fino alla frana che le le fece precipitare e che le espose.

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Il dinosauro autore delle orme sulla parete che si vede durante questa escursione è uno Scelidosauro, un dinosauro quadrupede antenato dello Stegosauro che farà la sua apparizione in epoca Cretacica.

Le impronte che vediamo impresse sono impronte delle zampe posteriori, parzialmente sovrapposte alle zampe anteriori.

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Un’altra bella escursione è il giro del Lago di Ledro.

Dove dormire in Garda Trentino

Un buon punto per alloggiare alla scoperta del Garda Trentino è Riva del Garda, dato che si trova in un posizione strategica per godersi il lago di Garda ma anche per andare in esplorazione delle montagne e dei laghi attorno al lago di Garda.

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Paragrafo realizzato in collaborazione con residence Centro Vela

Dati tecnici dell’escursione completa

Difficoltà: facile – CAI E

Lunghezza: 5 km

Durata: 2 ore

Dislivello: 176 metri

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