Giro del Sassolungo
Il giro del Sassolungo è una delle escursioni più belle della Val Gardena.
Arrivare alla Forcella del Sassolungo, vedere il rifugio Toni Demetz e guardare giù dal canalone è un’esperienza da provare almeno una volta.
Qui ti racconto l’escursione passo passo, compresi i passaggi più difficili.
Indice
Come arrivare a Passo Sella per il giro del Sassolungo
Ci sono diversi modi per arrivare al Passo Sella:
- in auto
- con la navetta
- con la cabinovia da Plan de Gralba
Arrivare a Passo Sella in auto
In bassa stagione è possibile arrivare al passo in auto, senza particolari problemi.
Percorrendo la SS42 della Val Gardena e superando Selva di Val Gardena, procedi verso Plan de Gralba, arrivando dopo circa 4 km ad un bivio, dove dovrai girare a destra in direzione del Passo Sella.
Poco prima del Passo potrai parcheggiare al parcheggio della cabinovia per la Forcella del Sassolungo.
In alta stagione però, a causa dell’intenso traffico, è sconsigliabile raggiungere il Passo in auto per evitare di affrontare lunghe code e di “incastrarti” con le navette.

Arrivare a Passo Sella in autobus
Ci sono quindi due vie alternative, ugualmente comode. Entrambe prevedono di parcheggiare al posteggio gratuito dell’impianto di risalita di Plan de Gralba.
Da qui puoi scegliere se prendere l’impianto, o una delle navette per il Passo.
Le navette, così come tutti gli autobus della valle, possono essere presi gratuitamente con la Gardena Mobil Card o la Dolomiti MobilCard della Val di Funes, fornite a chi soggiorna in Val Gardena o in Val di Funes.
Questa opzione permette, di fatto, di raggiungere il Passo gratuitamente, o quantomeno al costo del biglietto di un autobus se non si possiede la Card.
Tutti i paesi della Val Gardena sono serviti dall’autobus stagionale estivo numero 471, che porta ai principali passi della Val Gardena evitando del tutto l’uso dell’auto.
Tieni però presente che in alta stagione questi autobus possono essere molto affollati e che durante la pandemia, in teoria, i posti sono contingentati.
Arrivare a Passo Sella con gli impianti di risalita
Se preferisci evitare anche l’autobus raggiungi quindi in auto il posteggio di Plan de Gralba e poi prendi la piccola cabinovia Piz de Sella che porta da Plan de Gralba a Passo Sella.
In questo caso però la risalita non è inclusa delle card sopra citate.

La cabinovia per la forcella del Sassolungo: informazioni e prezzi
Una volta raggiunto Passo Sella dovrai prendere la cabinovia biposto che porta alla Forcella Sassolungo, il prezzo è di 17 Euro per la sola andata.
Con la cabinovia biposto raggiungerai in breve tempo la forcella presso il Rifugio Toni Demetz.
Tieni presente che questa cabinovia va presa di corsa, e che devi scendere altrettanto di corsa anche nella stazione a monte.
Non è poi una cabinovia adatta a chi soffre di claustrofobia o a chi si impressiona per un leggero dondolio.
Puoi evitare di prendere la cabinovia salendo lungo il sentiero 525 che parte dal Passo.
Tuttavia si tratta di una salita molto ripida che porta a superare 600 metri di dislivello in un’ora e mezza e che aggiunge un dislivello notevole all’escursione, che già di suo è piuttosto lunga.
Valuta quindi con grande attenzione e consapevolezza se sei in grado di affrontare anche questo tratto.
Inoltre, il panorama sulla Città dei Sassi, mentre si sale con la cabinovia, rappresenta un bonus non da poco. La Città dei Sassi è una bella escursione da fare anche separatamente, ecco qui tutte le info.
Il sentiero per il giro del Sassolungo
Ad ogni modo, una volta arrivato al Rifugio Demetz, ti troverai esattamente in mezzo alla forcella, tra le Cinque Dita e lo spallone del Sassolungo.
Qui sulla Forcella sarai a quota 2.700 metri. Non è difficile che ci sia neve anche in piena estate e di solito tira un vento freddo.
Ti consiglio quindi di avere nello zaino un piumino leggero per proteggersi dal vento.



Attrezzatura necessaria per affrontare la discesa sono anche i bastoncini da trekking (ecco qui come sceglierli) che ti aiuteranno ad affrontare il fondo scivoloso della forcella con maggiore sicurezza.
Dopo aver fatto tutte le foto del caso, puoi iniziare la discesa del Vallone del Sassolungo lungo il sentiero 525 in direzione del Rifugio Vicenza.
Non devi affrontare questa discesa alla leggera. Non pensare che dato che c’è la cabinovia che ti porta su il gioco è fatto.
Il sentiero scende a serpentina, senza parapetto, ogni tanto con qualche tratto attrezzato con cordino.
Non è difficile tecnicamente, tuttavia, la discesa è ripida e avviene su fondo scivoloso e malfermo, richiede pertanto molta attenzione.

In alta stagione, inoltre, è uno dei sentieri più gettonati della Val Gardena e il gran numero di persone sul sentiero può creare “tappi” e causare la caduta di qualche sasso sui tratti sottostanti di sentiero.
La discesa ripida può anche mettere alla prova le ginocchia. Per tutti i motivi citati, pertanto, devi valutare attentamente l’escursione prima di intraprenderla. Insisto molto su questo punto perchè è davvero importante.

Verso rifugio Vicenza
Una volta superato il vallone, il canalone si apre in un circo glaciale, dove, fino a pochi anni fa si trovava il Ghiacciaio Grohmann, oggi praticamente sciolto.
Da qui si gode della vista più bella sulle Cinque Dita (leggi in fondo all’articolo la leggenda delle Cinque Dita).
Il giro del Sassolungo continua su fondo detritico fino ad una conca dominata dal Gran Campanile del Sassolungo. Da qui continua a seguire la traccia, che passa sotto la parete settentrionale della Cima di Dantersasc, fino a raggiungere il Rifugio Vicenza.
Al rifugio si conclude anche il ghiaione, da qui in avanti il fondo quindi non sarà più malfermo.

Il rifugio Vicenza, incastonato tra Sassolungo e Sassopiatto, offre una vista incredibile e inusuale sull’Alpe di Siusi.
Dopo aver sostato per tutto il tempo che vorrai, riprendi a camminare fino alla biforcazione con il sentiero 526. Con stretti tornanti arriverai quindi al sentiero che costeggia il gruppo montuoso.
Arrivare al Rifugio Comici dal Rifugio Vicenza
Gira quindi a destra, continuando a costeggiare il Sassolungo, fino a risalire la Forcella Piz Ciaulonch, puntellata da bellissimi cirmoli.
Di lì a poco raggiungerai un bel punto panoramico. Poco più avanti dovrai da valutare come proseguire il giro del Sassolungo:
- a destra, un sentiero non segnato;
- a sinistra il sentiero 526A;
Il sentiero che passa a ridosso delle pareti della montagna e che presenta alcuni tratti esposti e ghiaioni che possono mettere alla prova, adesso metto una foto qui sotto.

Il sentiero segnato si snoda parallelamente a quello non segnato, ed è preferibile seguire quello più basso.
Imbocca quindi il sentiero 526 a sinistra, scendendo nell’impluvio di un ruscello, proseguendo verso est. Chiaramente, se stai sul sentiero basso ti perderai la vista panoramica dall’alto.
Il sentiero 526 si immette quindi nel 528, che proviene dal Monte Pana. Rimanendo sul sentiero 526, supera quindi una breve salita che porta al Rifugio Comici.
Città dei Sassi o Plan de Gralba?
Dopo aver riposato, è necessario fare una scelta. Bisogna scegliere se finire il giro del Sassolungo attraverso la Città dei Sassi, per poi tornare al Passo Sella, oppure scendere a piedi al Pian de Gralba.
Se decidi di non tornare al Passo Sella, per evitare di dover prendere la navetta o la funivia, puoi tornare al posteggio a Plan de Gralba percorrendo il sentiero 21A che parte di fronte al Rifugio Emilio Comici.
La discesa è piuttosto ripida e può essere faticosa, soprattutto dopo una escursione così lunga. Questa variante prevede di percorrere 362 metri di dislivello negativo (in discesa) in 2,5 km.
Se invece preferisci fare l’esperienza della Città dei Sassi dovrai restare sul sentiero 526 seguendo le indicazioni per la Città dei Sassi.

L’esperienza di attraversare la Città dei Sassi è comunque scenografica, dato che consente di attraversare una vasta area di caduta massi, incontrando rocce grandi come case pini cembri e cespugli di pini mughi.
Il sentiero termina all’impianto sciistico del Passo Sella.
L’escursione alla Città dei Sassi può essere affrontata come escursione separata, come già indicato sopra.
La leggenda delle Cinque Dita del Sassolungo
La Punta delle Cinque Dita è una delle formazioni dolomitiche del Sassolungo più particolari, che somiglia ad una mano aperta (visibile solo dal Passo Sella).
Naturalmente, come capita con molti luoghi delle Dolomiti, anche questa particolare formazione rocciosa è legata ad una leggenda.
Si narra che un tempo in Val di Fassa abitassero i giganti. Erano giganti buoni, tutti tranne Sassolungo, a cui piaceva rubare e mentire.
Ma era abile, e riusciva sempre a far incolpare qualcun altro dei suoi furti, di solito animali innocenti.
Gli animali però erano stufi e decisero di sorvegliare la zona per cogliere il ladro con le mani nel sacco. Si accorsero presto che il ladro era Sassolungo.
Molto arrabbiati, gli animali andarono dai giganti a denunciare Sassolungo, che però fece notare agli altri giganti che gli animali stavano cercando di distogliere da loro la colpa accusando un innocente.
Ma gli altri giganti a quel punto iniziarono a chiedersi se gli animali non stessero dicendo la verità. Così lo sorvegliarono e lo sorpresero a rubare in un pollaio.
Sassolungo disse che era entrato nel pollaio per sorprendere la volpe e la faina. Dandogli il beneficio del dubbio i giganti quindi lo lasciarono libero, ma non smisero di sorvegliarlo, fino a quando lo colsero in un magazzino di grano intento a riempire sacchi.

La punizione di Sassolungo
Sassolungo disse che era lì per insaccare il grano che veniva mangiato dai topi. I giganti lo perdonarono ancora ma lo avvisarono che sarebbe stata l’ultima volta.
Una notte Sassolungo rubò tutte le mele ad un vicino. Il mattino dopo il vicino corse dal capo dei giganti a denunciare il furto. Il capo mandò due giganti a prendere Sassolungo, che ormai era il principale sospettato.
Ovviamente Sassolungo cercò di accusare gli scoiattoli, ma questa volta il capo dei giganti non fu clemente.
Gli chiese di confessare, per evitare di ricevere il castigo più grave di tutti. Sassolungo però continuò a mentire. Allora il capo lo toccò con la sua bacchetta e il gigante incominciò a sprofondare nel terreno.
Il capo gli disse che era ancora in tempo per confessare. Ma Sassolungo disse ancora che non aveva mai rubato. Il capo allora lo fece sprofondare fino alla cintura.
Guardò Sassolungo e il gigante mentì ancora, ripetendo che non aveva mai rubato. Il capo gli concesse un’ultima possibilità, chiedendogli di non mentire.
Ma Sassolungo ripeté di nuovo che non era stato lui a rubare. Sassolungo sprofondò allora del tutto. Il capo gridò al gigante, ormai sparito nella terra, che se avesse confessato avrebbe ancora potuto salvarlo.
Allora dalla voragine si alzò una mano immensa accompagnata dalla voce di Sassolungo che diceva che non aveva mai rubato.
Il capo non poté far altro che concludere il castigo, pietrificando per sempre Sassolungo. Quella mano, con tutte le sue cinque dita aperte, è rimasta pietrificata nelle Dolomiti e si chiama appunto Sassolungo o Cinque dita.
Dati Tecnici del giro del Sassolungo
Durata: 4 ore
Lunghezza: 14 km
Dislivello: 400 metri
Difficoltà: E
Il percorso è spiegato davvero molto bene, passo passo è tutto ciò che hai scritto l’ho effettivamente riscontrato sul campo quest’estate. Ti segnalo solo che il rifugio comici ha chiuso completamente accesso a chi è sprovvisto di green pass ( questa estate ad esempio il consumo al banco era permesso anche senza ma non facevamo comunque entrare) , quindi consiglio prima di affrontare questa escursione di informarsi bene sui rifugi aperti in modo da calcolare attentamente le pause ristoro dato che il giro è lungo e impegnativo. Grazie per il tuo bellissimo blog credo proprio che da ora in poi verrò a leggere sempre i tuoi articoli prima di organizzare un giro…. Sono completi e ben fatti.
grazie mille Pamela per le belle parole, mi impegno molto per scrivere articoli che possano spiegare bene passo passo tutto quello che si incontra. Sì, quello dell’accesso ai rifugi con green pass è una cosa comune a tutti in realtà, non l’ho specificato perchè dalla scorsa estate è così per tutti, o almeno dovrebbe esserlo.
Ciao Beatrice, che giro splendido!
Noi abbiamo fatto il giro del Sassolungo e del Sassopiatto partendo dal Passo Sella e inanellando i rifugi Comici, Sassopiatto, Pertini, Friedrich August e Salei, ma la prossima volta voglio salire anche al Vicenza e al Demetz: mi salvo il tuo post 😉
grazie Elena, è uno dei grandi classici, il Vicenza ha una splendida vista sull’Alpe di Siusi che merita, il Demetz inutile che io te lo dica!
Ciao Beatrice,
grazie, come sempre, per le info e i dettagli che trovo nei tuoi articoli!
Se posso, volevo chiederti se dal Rifugio Vicenza al Passo Sella ci sono dei tratti esposti?
Soffro un po di vertigini e vorrei essere sicuro di poterlo fare senza bloccarmi o dover tornare indietro! Per darti un idea, nel giro del Sassopiatto (da rifugio Sassopiatto a Passo Sella) ho sofferto in alcuni tratti!
Ne approfitto anche per chiederti, in generale, come mai nei dati tecnici di qualsiasi guida/blog ecc.. non si trova mai scritto questo dato (tratto esposto)? Io amo la montagna, ma avendo questo problema, faccio sempre tanta fatica a reperire questo tipo di informazione su ogni sentiero. Hai consigli in merito?
Graziee!
Ciao! Allora secondo me sì… ci sono dei tratti esposti proprio alla fine, prima del rifugio Comici. In teoria ci dovrebbe essere un sentiero che passa sotto per evitare quel tratto, studia la topografica in caso che non sono sicurissima di dive finisce quel sentiero.
Ma come intendi arrivare al Vicenza? Perché dal Demetz al Vicenza lungo la forcella ha dei tratti esposti lungo la serpentina.
Non trovi nota dei tratti esposti perché è un dato soggettivo. Tratto attrezzato è un dato oggettivo, ma quello che è esposto per me non è detto che sia esposto per te.
Per cui sarebbe davvero difficile spiegarlo.
Per esempio per me un sentiero largo un metro senza parapetto su un dirupo non è un tratto esposto (sentiero del Sorapis per intendersi) mentre un tratto esposto è un tratto con passaggio su roccia molto stretto (un esempio a caso).
È difficile capire se ci sono tratti esposti, quello che posso dirti è di cercare anche su you tube, i videomaler spesso filmano ogni tratto del sentiero.
Cerca sempre anche per immagini, e chiama le sezioni CAI locali.
Ovviamente più sali di quota e ti avvicini alla roccia, più è facile che ci siano tratti esposti.
Magari se mi scrivi su Instagram ti mando delle foto del tratto esposto prima del
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