Sentiero per Lago Sorapiss e Rifugio Vandelli
Fare una escursione al Lago Sorapiss e Rifugio Vandelli non è cosa per tutti, indipendentemente da quello che hai letto fino ad ora. La salita è faticosa, il sentiero molto dissestato e bisogna andare preparati e pronti per affrontare il sentiero.
In questo articolo ti dico tutto quello che devi sapere per affrontare al meglio la salita verso il Lago Sorapis e Rifugio Vandelli.
Se si va preparati e ben consapevoli di quello che siamo in grado di affrontare, è sicuramente una delle più belle escursioni tra i laghi al confine tra Alto Adige e Cadore, anche se il lago Sorapis a livello territoriale si trova interamente in Cadore. Come sempre, in fondo le informazioni tecniche su dislivello e durata.
Inizio a dirti a cosa devi fare attenzione, poi valuterai tu con le immagini che vedrai lungo l’articolo.
Valuta bene se andare al Lago Sorapiss e Rifugio Vandelli se:
- vuoi andare con cani o bambini;
- soffri di vertigini;
- fai molta fatica in salita sotto il sole;
- non hai scarpe da trekking (sembra banale, ma c’è tanta gente va su senza calzature adatte).

Parcheggiare al lago Sorapis
La prima cosa da sapere è che, se si va in alta stagione, bisogna arrivare molto presto. La macchina infatti va lasciata nei pressi dell’hotel al Passo Tre Croci. Bisogna parcheggiare lungo la strada e quindi, se arrivi troppo tardi, dovrai parcheggiare lontano, allungando ulteriormente la strada da fare a piedi.
Ecco perchè ti consiglio di arrivare tra le 8 e le 8:30 del mattino al massimo. L’altro vantaggio è che, dopo una prima parte nel bosco all’ombra, la parte più dura della salita è da fare tutta al sole, quindi prima arrivi, più fresco trovi.
Adesso però ti parlo dei due sentieri che arrivano al Lago Sorapiss.
Il sentiero 217 per il Lago Sorapiss: video del percorso
Si legge spesso che il sentiero 217 per il lago Sorapiss sia meglio del 215 perchè non presenta tratti esposti.
Da un lato è vero che non presenta tratti esposti, tuttavia va tenuto presente che è un sentiero decisamente più faticoso, adatto solo a persone ben allenate, che porta a fare quasi 700 metri di dislivello che si sviluppano in un breve tratto, portando ad affrontare tratti talmente ripidi da sembrare quasi verticali.
Valuta quindi per favore con molta attenzione il 217, il fatto che non abbia tratti esposti non significa affatto che sia facile! Anzi!
Non ritengo sia adatto a bambini, a meno che non siano già grandicelli e molto abituati a trekking lunghi e con dislivelli importanti.
Tuttavia, più che le parole parlano le immagini, quindi ti consiglio di guardare questi video su YouTube, per avere un’idea di cosa dovrai affrontare, dopo averli visti ti aspetto al paragrafo successivo, in modo da raccontarti bene la salita con il 215, così avrai più mezzi per poter scegliere quale sentiero fa davvero per te.
Il sentiero 215 per il Lago Sorapiss e Rifugio Vandelli
Se hai guardato con attenzione i video, avrai notato che non è così facile. Ecco perchè, nonostante le difficoltà, quasi tutti coloro che fanno un’escursione al Lago Sorapiss scelgono di percorrere il sentiero 215.
Questo sentiero parte vicino all’Hotel al passo Tre Croci, nei pressi di un grande cartello che indica varie escursioni che si possono fare in zona.
Una volta preso il sentiero, i primi 30/40 minuti di camminata si fanno su percorso quasi interamente pianeggiante e immersi in un piacevole bosco, con un bellissimo paesaggio. Dopo questa prima parte nel bosco ci sono alcuni saliscendi, poi si attraversano dei ghiaioni e, infine, comincia la parte di salita più faticosa.






La salita al Lago Sorapis e Rifugio Vandelli non va sottovalutata
Di fatto, quando il sentiero comincia a salire, lo fa di botto, in modo molto faticoso. Sto parlando di 200 metri di dislivello in circa un kilometro e mezzo. Vuol dire che la salita è molto ripida e sotto il sole.
Lo so, se sei un “montanaro” doc ti verrà da storcere il naso a questa mia affermazione, ma bisogna considerare che ci sono anche tanti amatori, o principianti, che vogliono arrivare a questo lago perchè è famoso sui social.
Bisogna però prestare molta attenzione ed essere consapevoli, perchè alcuni tratti del sentiero possono essere insidiosi per chi si sta avvicinando alla montagna. E non lo dico a caso…
Ho visto bambini in lacrime stanchissimi, cani esausti che non riuscivano più ad andare avanti. Così come gente di una certa età tornare indietro perchè eccessivo per loro.
Se a tutto questo aggiungiamo un sentiero con un fondo molto disconnesso, tratti di roccia bagnata molto scivolosa, tratti scoperti con cordino metallico a bordo precipizio e anche parti di sentiero franato da scavalcare, capisci bene che può non essere una esperienza per tutti. Lascio che siano le foto a parlare.






Detto questo, una volta che hai valutato con attenzione tutti i rischi, che hai deciso se questa escursione al Lago Sorapis e Rifugio Vandelli fa per te, allora sicuramente, con adeguato abbigliamento e scarpe da trekking, potrai iniziare la salita.
Una volta arrivato al Lago Sorapis, infatti, tutta la fatica è ripagata da uno spettacolo meraviglioso: quello del Lago Sorapis e del Dito di Dio, la montagna che sovrasta il lago.


Una volta arrivati, si può scegliere se andare subito al rifugio, oppure iniziare ad esplorare la sponda del lago. Anche qui, manco a dirlo, la faccenda non è facile, perchè bisogna scavalcare grossi massi.
Valuta quindi prima una pausa al Rifugio Vandelli per riprendere fiato dopo la salita.

Devo dire che purtroppo, la fama che il lago Sorapis sta guadagnando sui social lo rende troppo affollato, soprattutto in alta stagione. Ho visto troppi ragazzi salire con scarpe da tennis di tela, che nulla fanno per mantenere i piedi ancorati al terreno nei punti più faticosi e scivolosi.
Bisogna fare attenzione, salire senza il giusto abbigliamento e senza acqua può essere un errore madornale. Con la montagna non si scherza!

Dati tecnici dell’escursione al lago Sorapis
Difficoltà: media (livello E- in alcuni tratti EE)
Dislivello: 220 metri
Lunghezza: 12 km A/R
Durata: 4 ore (due circa per salire)
Un ultimo consiglio: lascia i bastoncini da trekking legati allo zaino, servono le mani libere per aggrapparsi alle rocce. E’ comunque utile averli in caso di bisogno. Inoltre, è opportuno iniziare la discesa attorno alle 13:30, è un orario in cui non si incontra tanta gente che sale.
Ecco qui, ho detto tutto quello che c’è da sapere su questa escursione al Lago Sorapis e Rifugio Vandelli, fammi sapere come va, e ricordati che anche decidere di rinunciare può essere una buona scelta se non sei sicuro che questi sentieri facciano per te.
Se mi alleno ci riesco anche io! Scherzi a parte, seguendo i tuoi consigli sono certa che riuscire a cavarmela e godermi l’esperienza al meglio. Grazie come sempre Bea!
ma si che ce la fai, anche senza allenamento!
Non serve un gran che di allenamento basta prestare attenzione a certi punti. La maggioranza del sentiero è quasi in piano.
Grazie mille per questo tuo post. Ho scoperto il Lago di Sorapis grazie a Instagram e non pensavo che fosse così complicato raggiungerlo. Cercherò di visitarlo l’estate prossima e farò tesoro di questi tue consigli. Avevo pensato di portare con me i miei due cani, ma a sto punto credo che quando farò questa gita li lascerò a casa. Troppo faticoso e impegnativo per loro.
No infatti, anche perchè da quello che ho capito ci sono conitnute frane e quindi può essere che l’anno prossimo sia ancora diverso rispetto a quest’anno
I cani se non sono di piccolissima taglia se la cavano benissimo. Il sentiero non è difficile ma presenta dei punti dove bisogna prestare attenzione anche perché molte volte è bagnato e diventa scivoloso. Diciamo che il problema è che capita di frequente che la gente lo percorra non attrezzata e quindi lo prende troppo alla leggera
Grazie per i consigli,
spero di andarci presto perché è un lago che adoro dall’anno scorso che l’ho scoperto!
é molto bello ma non va davvero presa sotto gamba la salita. può essere davvero insidiosa.
Grazie mille per i consigli! Ho degli amici che hanno fatto lo stesso itinerario ma mi hanno omesso queste difficoltà.
Il colore di questo lago è indescrivibile! Sarei voluta andarci l’ultima volta che sono stata da quelle parti ma con il cane non mi sono fidata. Dovendo tenerlo a guinzaglio (odio i tratti esposti) non volevo volar giù ahah
Ma che colore ha l’acqua di questo lago? Semplicemente meravigliosa! Questo è uno di quei luoghi che visiterò sicuramente (prima o poi)
mi raccomando di non sottovalutare la salita, non è per tutti!
Questo lago ha dei colori davvero incredibili, mi piacerebbe tantissimo poterlo vedere, ma non so se riuscirò mai ad intraprendere la faticosa salita…soffro un pochino di vertigini. Nel caso cercherò di prepararmi al meglio. Grazie per i tuoi preziosi consigli.
L’importante è non prenderla alla leggera, non è affatto un percorso facile
Sono iscritta ad un gruppo FB in cui le persone postano foto di laghi e borghi di montagna ed è tutta l’estate che spessissimo vengono postate foto del lago di Braies o di quello di Sorapis. Così, non appena ho aperto il tuo blog, non ho avuto dubbi su quale post leggere perchè non ho mai visto questo lago così suggestivo. La foto di copertina con il lago di un acceso color turchese mi ha letteralmente lasciata senza fiato.
Da un paio d’anni portiamo con noi in montagna il cane e mi è stato di grande aiuto il tuo articolo così dettagliato per comprendere meglio le difficoltà del percorso, soprattutto per Daisy. E’ quasi una guida passo-passo, molto utile davvero! Purtroppo quest’estate, causa pandemia, molte persone che non erano mai andate in montagna si sono letteralmente buttate sui sentieri affollandoli e non affrontandoli con le dovute precauzioni. Anche noi sia in Val di Funes che in altre escursioni effettuate nel nord del Piemonte abbiamo trovato gente con sneakers che sacramentava a scendere, persone che non sapevano leggere una cartina o non avevano la più vaga idea di cosa avrebbero trovato lungo il percorso e potrei continuare ancora. La tua frase conclusiva è perfetta “con la montagna non si scherza” e va per questo rispettata.
Grazie davvero per le tue parole. Documentandomi per questa escursione ho letto veramente troppi post su blog e altri social che dicevano che era una passeggiata di salute… In realtà io l’ho trovata molto faticosa e comunque anche la gente attorno a me incontrata sul sentiero era in difficoltà, anche i ragazzi giovani, quindi non è assolutamente un sentiero per tutti!
il lago del Sorapis non fa parte dell’alto Adige ma interamente in territorio veneto, che per correttezza andrebbe taggato
Ciao Salvatore, come forse hai visto il Cadore è indicato nelle categorie. L’ho indicato anche nella categoria Alto Adige perchè spesso chi va in Val Pusteria va anche a fare un escursione qui. Comunque raccolgo il tuo suggerimento e specifico meglio questa info, che forse non ho sottolineato a sufficienza.
ciao ti seguo da un po’ quando avevi il tuo blog su WordPress, vedo che hai cambiato tema dai viaggi alla montagna.. bello! mi scuso per questo mio intervento ma ho letto nel tuo racconto molte imprecisioni, ho fatto questo sentiero qualche anno fa e l’ultima volta a settembre e devo dire che trovo errato il dislivello che menzioni che solitamente si misura dal punto di partenza al punto di arrivo, quindi con partenza passo Tre Croci 1660 m. e arrivo al lago del Sorapis 1923 m. (cartina topografica) quindi sono 263 metri di dislivello, il sentiero 215 che è parte di Alta Via 3 e 4 è classificato dal CAI, Escursionistico ben segnalato. forse E.E. per i brevi tratti con corrimano… l’unica difficoltà di questo itinerario è la lunghezza non certo il dislivello che come riporta il CAI in un ora si dovrebbero percorrere 400 metri di dislivello per escursionisti allenati.
Hai ragione sul fatto che molti intraprendono questo sentiero di montagna con troppa leggerezza ne ho incontrati molti anche a settembre addirittura senza abbigliamento adeguato e non solo le scarpe… mi permetto, da esperto di montagna anche se non sono una guida, che le difficoltà dei sentieri sono state redatte dal CAI unico organo a definire le difficoltà in montagna e sui sentieri. quindi non possiamo inventarci dislivelli e difficoltà in base alle nostre capacità… ma si deve adattare le nostre capacità in base alle difficoltà. Buona montagna Sal
ciao Sal, guarda, questo tuo commento mi dà l’occasione di chiederti come faresti tu allora per dare info più precise. l’orologio che avevo al polso a fine giornata ha segnato 410 metri di ascesa percorsa (da Tre Croci a Sorapiss sul sentiero 215)… come la gestiresti in questo caso? metteresti i dati ufficiali di dislivello ma segnaleresti che tra i vari sali e scendi hai rilevato una cosa diversa? il tema è che se uno si aspetta 263 metri di dislivello, ma poi di fatto si sale e si scende e a fine giornata ne hai fatti il doppio, si parte comunque per una escursione pensando di fare 200 metri quando in realtà ne fai il doppio.
mi scuso per un errore 1805 m. il paso tre Croci quindi lago Sorapis 1928 m il rifugio
discorso lungo questo… oggi le nuove tecnologie ci danno i km e dati più precisi ma non va dimenticato che i dislivelli sono sempre stati dichiarati in base al punto di partenza e di arrivo (A+B) che è quello ufficiale (in montagna i km vengono usati solo da pochi anni con l’arrivo dei gps e diavolerie varie) perché è diverso se mi trovo sulla strada o sul sentiero che è soggetto a diverse varianti, le difficoltà inoltre non vanno mai dichiarate in base al soggetto quindi soggettive del singolo escursionista, ma oggettive che sono dichiarate dagli organi preposti CAI G.A. esempio quello che per (te) è difficile perché non hai esperienza o poca esperienza per me può esser facile perché sono abituato ad arrampicare quindi abituato a muovermi su ogni tipo di terreno… io mi attengo sempre a dati ufficiali descrivendo magari la lunghezza o l’esposizione che in molte casi non viene descritta… (anche l’esposizione di un sentiero può diventare soggettiva) ma sempre attenendomi alle difficoltà oggettive ufficiali non soggettive. Anche tempo fa ho fatto sentieri e vie Ferrate con apprensione perché leggevo sui blog e social le difficolta dichiarate dai singoli escursionisti mentre poi quando ho percorso quel itinerario non ho avuto nessun problema… i confini e le regioni come le province sono un altro discorso e essendo abbastanza campanilistico ci tengo molto.. un saluto… Sal
ti invio una scheda che trovi in rete del CAI con orari e difficolta di questo itinerario che hai descritto, https://www.caiveneto.it/res/files/strutture/rifugi/schede-pdf/scheda%20rifugio%20Vandelli%20al%20Sorapiss.pdf
chiedo scusa e faccio un inchino
Ti ringrazio per questo spunto di riflessione. Tuttavia, credo che sia opportuno provare a spiegare anche a chi non mastica la lingua ufficiale e più tecnica cosa si deve aspettare “in parole semplici”. Trovo che molti blog di montagna siano davvero difficili da interpretare e leggere, ma non per me, che comunque sono sempre andata in montagna, ma per chi non è un esperto di montagna. Io per esempio, so bene quale sia la classificazione dei sentieri CAI e so come leggere una cartina topografica, ma se mi mettessi a scrivere di isoipse, capisci bene che non capirebbe quasi nulla nessuno. Allora è meglio cercare di spiegare le cose in lingua più comprensibile. Detto questo, per soddifare entrambi i target, sulla base di questo scambio, ho aggiungo alcune considerazioni e corretto altre frasi. Ho trovato costruttivo questo scambio, che sarei felice di continuare eventualmente via e-mail se vuoi andare oltre 😀
se hai bisogno per quello che posso ben volentieri, grazie a te per la tua gentilezza!
Il lago che avrei tanto voluto vedere questa estate, ma ho beccato brutto tempo mi sono ripromessa di andare l’anno prossimo, sicuramente le tue indicazioni sulla difficoltà sono molto molto importanti.
Mi raccomando di non sottovalutare, può essere davvero tosta
Ho scoperto il Cadore la scorsa estate – anche se negli ultimi tre anni sono sempre stata in vacanza sulle Dolomiti Bellunesi! – e devo dire che mi ha sorpreso: montagne bellissime, sentieri immersi nel verde, piste ciclabili a perdita d’occhio… insomma, un paradiso per chi come noi ama la natura! 🙂 Non sono purtroppo riuscita a visitare questo famigerato lago di Sorapis, tuttavia penso che qualora dovessi farlo forse opterei per un altro sentiero, non tanto per il discorso strapiombi (non soffro di vertigini e sono abituata a camminare su sentieri dissestati), ma perché detesto la confusione… quindi preferisco faticare di più ma non incontrare nessuno 🙂
L’importante è sapere cosa vai ad affrontare. Io sinceramente ti sconsiglio comunque altri sentieri, meglio andare fuori stagione o molto presto al mattino. I sentieri alternativi sono da fare con attrezzatura, mi sembra di ricordare.
In realtà (mi sono documentata!) esiste un sentiero – il 217 – con partenza dalla località Federavecchia, che non presenta alcun tratto attrezzato, è solo molto più ripido e lungo del 215 (motivo per il quale lo scelgono in pochi)… vedremo quando sarò lì a settembre quale dei due mi ispira di più! Buona giornata 🙂
Considera che già il 215 è parecchio ripido… quindi valuta bene! e poi torna a farmi sapere come va che sono curiosa!
Ma parecchio ripido cosa? 200 metri in 2 ore di salita. Se mi dici il 217 che è ripido di dico di si 628 metri in 3 ore
Rispondo qui a tutti i commenti 😀 Sono perfettamente d’accordo che 200 metri di dislivello di per sè non sono affatto molti. Però in due km, con quel fondo, non sono una passeggiata di salute per chi non è allenato e va al Sorapis perchè lo vede sui social. Siccome ci va una marea di gente con bambini piccoli e stanno male (li ho visti) è il caso di farlo presente. Ho visto gente salire con il cellulare in mano e le scarpe di tela ai piedi, senza zaini o scarponi, certe criticità è meglio sottolinearle. Visto che ci sono punti scivolosi non è il caso… Tutto qui. Poi sono d’accordo che non è un sentiero particolarmente difficile in senso stretto. Ma se ci pensi e vedi la gente che va un po’ a caso solo perchè vogliono la foto social figa, è meglio far presente che non è come andare all’Alpe di Siusi o a fare il giro del Lago di Braies.
Scusa ma se 200 metri di dislivello in 1km e mezzo son un botto, non hai idea di che vuol dire andare in montagna??? apprezzo che tu abbia evidenziato certe criticità perché è preso troppo alla leggera
Ciao e grazie per il tuo approfondimento. Io ho il cane, 12 kg, e ho letto che il sentiero 217 è sì più lungo ma meno pericoloso visto l assenza di tratti esposti. Qualcuno può confermare? Grazie mille a chi vuole rispondere 😊👏
Ciao!
È molto più lungo e con 700 metri di dislivello, non l’ho mai fatto personalmente ma so da amici trekkers che non ci sono tratti esposti. Considera però che è davvero più lungo e faticoso. Ci vogliono buone gambe, in alcuni tratti poi si perde la tracgia nella vegetazione. Valuta bene
Io ci sono stata 5 anni fa e sono ritornata la scorsa settimana. Il sentiero a tratti è completamente diverso e molto impegnativo, non tanto per la salita ma per i massi scivolosi soprattutto nei tratti più esposti. Nulla toglie alla bellezza di questo lago che è davvero immensa, ma il percorso questa volta l’ho trovato a tratti molto pericoloso. Ritengo che questi cambiamenti di percorso dovrebbero essere segnalati, non solo dai vari blog, dove ognuno manifesta le proprie difficoltà e le proprie opinioni, ma dagli Enti preposti.
Ciao siamo saliti oggi al sorapis dal sentiero 217 e ritornati per lo stesso sentiero. Noi siamo esperti escursionisti e ce la siamo cavata egregiamente ma abbiamo trovato troppe persone senza preparazione né attrezzatura adatta. Alla fine sentiero molto bello e quando sei in cima il cuore si riempie di emozioni
Sono pienamente d’accordo con te. Non mi stanco mai di dire quanto sia essenziale sapere cosa si tra affrontando e non sottovalutare entrambi i sentieri. Molti prendono il 217 convinti che sia più facile perchè evitano i tratti esposti, ma in effetti presenta altre difficoltà da non sottovalutare.
Non prenderei troppo alla leggera il 217. Non solo per il dislivello, che si concentra in meno degli ultimi 3 km a salire da Federavecchia, e perciò è piuttosto impegnativo. Ma per quello basta fermarsi a riprendere fiato facendo finta di fare tante foto … :-).
Sono i punti singolari (rocce lisce anche di dimensioni importanti, salti di quota improvvisi e verticali, tratti su radici fuori dal terreno, tratti con ghiaione, alcuni brevi tratti non visibili, molta acqua e di conseguenza elevata scivolosità sul sentiero in caso di piogge recenti, punti difficili da affrontare in salita che diventano pericolosi in discesa) che mi portano a consigliare molta prudenza anche a chi è mediamente allenato. In montagna, come dice Beatrice, meglio non prenderla alla leggera.
P.S.: per trasparenza ho fatto il 217 nel settembre 2021 dopo giorni di pioggia. Ammetto di essere stato un po’ fuori allenamento e stanco, in discesa, sono caduto (non ho idea di come abbia fatto) all’ultimo salto e mi sono preso pure un po’ di paura essendo scivolato, a seguito della caduta, sul pendio a fianco del sentiero. 4 punti in un ginocchio, escoriazioni ed ecchimosi ovunque, e la gamba sx che mi è rimasta gonfia per diversi mesi.
grazie per il tuo commento. Spero che io sia riuscita a far passare sufficientemente il concetto che questa escursione, che è molto inflazionata sui social, non va presa alla leggera. In montagna non si deve mai prendere nulla alla leggera, ma dato che questa in particolare è così famosa sui social troppo spesso ho visto escursionisti affrontarla senza l’adeguata preparazione. Come hai detto tu, nemmeno il sentiero 217 è facile, il fatto che non ci siano tratti esposti non lo rende adatto a chi non è un escursionista abituato alla montagna e ben conscio di quello che si va ad affrontare. Mi spiace per il tuo infortunio 🙁
Cara Beatrice, grazie: reputo equilibrati i tuoi commenti che compendiano le indicazioni ufficiali; soprattutto in una gita come questa si possono evidenziare le criticità, che per clima, traffico vertigini o altri aspetti soggettivi come l’abbigliamento inadatto possono dipingere le indicazioni ufficiali con tinte di fondo molto diverse e talvolta drammatiche.
E lo dico da 76enne che non teme i 7-800 metri di salita, ma ricorda quando salì nel ’69 da Fedaia a Punta Penia per il ghiacciaio “con abbigliamento normale”.
Saltai qualche crepaccetto nel salire, le roccette e la cresta che porta alla cima; nel discendere per il medesimo percorso, realizzai (solo dopo) che non avevo rivisto qualche passaggio critico della salita.
Capii allora così, ringraziando il Cielo per non aver sofferto incidenti, che l’ambiente dell’alta montagna esige un profondo rispetto sia per la propria salute che per l’incolumità degli altri.
E questo vale soprattutto oggi quando sentieri così assomigliano alla Galleria di Milano in ora di aperitivo.
Per questa gita, purtroppo saltata quest’anno, ho già preparato da mesi due imbragature di sicurezza per i passaggi con corda e la pettorina per il cane: non è infrequente che il cane “ti tiri” in un passaggio delicato e ti possa mancare l’appoggio di sicurezza….
Sono d’accordo con la tua analisi, personalmente credo che la salita al lago sorapis non sia difficile per chi ha affinità con la montagna, il problema di questo sentiero è che l’eccessiva esposizione mediatica senza dare adeguate informazioni ha reso il sentiero frequentato da troppe persone che non hanno valutato adeguatamente.
Per il cane, se ne hai modo, forse meglio lasciarlo a casa, a meno che anche lui non sia più che abituato a salire su roccia esposta. Considera anche i passaggi su scale metalliche con spazio tra i gradini, che spesso i cani non affrontano e van portati in braccio.
Grande blog: passo a passo! Quello che cercavo su Sorapiss.
sono proprio contenta che tu abbia trovato l’articolo utile!